Giornalismo in rete

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giovedì 28 maggio 2009

HADOPI

foto Sarkozy
Vita dura per i pirati della rete. Soprattutto se francesi. Dopo l’approvazione presso l’Assemblée Nationale, con 296 voti favorevoli e 233 voti contrari, anche il Senato ha detto sì all’HADOPI, con 189 voti favorevoli e 14 voti contrari, e la Dottrina Sarkozy diventa perciò parte della legislazione transalpina.
L’HADOPI (“Haute Autorité pour la Diffusion des Ouvres et la Protection des droits sur l'Internet”), è l’entità avente l'autorità di controllare i contenuti scambiati in rete al fine di punire gli utenti scoperti in violazione del diritto d'autore. Agli utenti sorpresi per la prima volta a scaricare illegalmente musica, film o videogiochi protetti da copyright, sarà inviata una e-mail di avvertimento, per invitarli a cessare tale comportamento; dopo una seconda violazione, essi riceveranno un altro avviso insieme ad una lettera raccomandata, mentre per la terza volta l’Hadopi provvederà a tagliare l'accesso ad Internet, per un lasso di tempo variabile da due mesi a un anno. Al terzo richiamo scatta quindi l'espulsione dalla Rete: agli utenti stessi sarà fermato l'accesso agendo direttamente a livello di Internet Service Provider, verrà loro imposta una sanzione amministrativa, ma dovranno comunque continuare a pagare il canone anche se non potranno usufruire della connessione.
La legge ha sollevato dibattiti in tutta la UE, ma per gli utenti c’è ancora una possibilità di salvezza: la norma dovrà passare almeno altri due gradi di giudizio.
Il primo è quello del Concilio Costituzionale, il quale dovrà valutare la costituzionalità della legge al pari di quello che compie in Italia il Presidente della Repubblica: l'accesso al Web è o non è un diritto tanto quanto il diritto d'autore? Il Partito Socialista d’opposizione chiederà una revisione della Dottrina Sarkozy nel nome della sua incostituzionalità.
Il secondo grado di giudizio in cui la HADOPI dovrà ancora essere messa alla prova è quello delle istituzioni europee. La legge è infatti stata approvata in contrasto con l’emendamento approvato il 6 maggio scorso dal Parlamento Europeo, che prevede che la disconnessione dell’utente da Internet può essere decisa solamente dall’autorità giudiziaria, mentre l’Hadopi prevede che sia una autorità amministrativa a decidere la disconnessione degli utenti.
Vincerà l’effetto-paura o la libertà ad oltranza?

sabato 23 maggio 2009

INTRANET - PREGI E DIFETTI

reti collegate
Intranet è una rete locale, o un raggruppamento di reti locali, usata all'interno di una organizzazione per facilitare la comunicazione e l'accesso all'informazione, che può essere ad accesso ristretto. A volte il termine è riferito solo alla rete di servizi più visibile - il sistema di siti che formano uno spazio web interno – mentre in altre accezioni il termine può essere inteso come il sistema di informazioni e servizi di utilità generale accessibili dalla rete interna.
Le intranet aziendali sono state classificate in quattro diversi modelli (Informative, Istituzionali, Operative e di Knowledge Management) in base ai servizi offerti, alla luce dei quali è stato possibile descrivere ed interpretare meglio gli approcci seguiti in termini di strategie, soluzioni di governance e scelte tecnologiche. Il suo aspetto varia da azienda ad azienda, prendendo forme anche completamente diverse a seconda degli obiettivi e delle teorie di
management su cui il sistema viene costruito.
In ogni caso, Intranet serve ad evitare problemi di
comunicazione interna, poiché è il mezzo ideale per pubblicare rapporti settimanali, promemoria, per dare vita a bacheche virtuali, messaggistica immediata e chat moderate. In questo modo, tutti i lavoratori interessati dispongono delle medesime informazioni, in modo rapido ed efficace, evitando disguidi e inutili passaparola.
Migliora inoltre l'utilizzo della
posta elettronica. Inviare per posta elettronica più versioni dello stesso documento o della stessa presentazione può generare confusione e talvolta un eccesso di informazioni. Con Intranet invece gli utenti possono lavorare su un file condiviso e disporre di una posizione centrale in cui salvare la versione più aggiornata. In questo modo si risparmia anche spazio sul server.
Intranet, insomma, rappresenta la concezione della comunicazione in azienda, della condivisione della conoscenza, della riduzione del lavoro inutile. Rafforza la capacità di controllo del centro aziendale sull'intera attività dell'impresa, ed è utile sia per facilitare altri cambiamenti, sia per migliorare la velocità e la flessibilità dell'azienda stessa.

Di contro, il rischio di avere a disposizione solo una rete chiusa, esclusa dall’Internet globale, può portare ad un uso fortemente limitato, rafforzato anche dal fastidio del controllo delle operazioni. Un altro difetto può essere rappresentato da come l’azienda lo utilizza: spesso, infatti, più che per organizzare meglio la disposizione del lavoro, Intranet viene sfruttato solamente come “ripiego” sostitutivo di Internet, in quanto la rete normale viene bloccata per non concentrare l’attenzione dei dipendenti su siti inutili per l’occupazione.

mercoledì 20 maggio 2009

Uno sguardo agli stranieri

New York
In precedenza abbiamo preso in esame le principali agenzie stampa, che forniscono il materiale necessario alla costruzione di un giornale. Ora esaminiamo anche i giornali online, scegliendo i maggiori tra gli stranieri.
Gli americani nella loro realizzazione sono molto esperti: ci sono grandissime testate che uniscono redazioni cartacee e online per dare lo stesso spazio alle due modalità di fruizione, confrontano ogni giorno centinaia di blog, radio e stazioni televisive locali (molto seguite e potenti) per raggiungere una totale completezza d’informazione e d’aggiornamento. Lo statunitense "New York Times" è costruito in modo tradizionale, esattamente come fosse un giornale cartaceo. Ha una home page molto chiara e semplice che, a differenza delle testate italiane, dà il maggior risalto possibile al valore del testo e alla forza delle notizie. Il menù infatti è ridotto e stretto per dare spazio allo scritto, che contorna sempre un’immagine centrale. C’è estremo rigore nella preparazione e nella corretta fruizione dei testi, che si servono dei link per andare sempre più in profondità, e ricostruiscono la storia completa di interi eventi e personaggi importanti (temi e dossier d’approfondimento traducono ed importano i risultati di altri siti e blog), come il Presidente Barack Obama. Così facendo l’utente può trovare ciò che vuole senza dover uscire dal sito del giornale.
"Huffington Post", fondato da Arianna Huffigton, è invece soltanto online ed è costruito come un grande blog, è un aggregato di notizie in cui è possibile postare commenti personali. E’ molto immediato e molto seguito. Genera le news ospitando e aggregando post da vari blog, anche celebri come Donatella Versace. Costituisce quindi il palinsesto a costo zero e guadagna molto in pubblicità.
Famosissimo anche il "Drudge Report" (soprattutto per aver portato alla ribalta lo scandalo Lewinsky): è essenziale, c’è molta quantità d’informazione grazie a blog e fonti molteplici, ma i testi sono telegrafici. Oltre alle normali news riporta anche notizie leggere di retroscena che richiamano i pettegolezzi. Sito di politica, anticipazioni, pettegolezzi, è considerato una consultazione fondamentale per i giornalisti che lavorano negli Stati Uniti. Curioso il fatto che, per essere ancora più interattivo, Matt Drudge ha ora creato persino il suo fratello minore, “iDrudgereport”, alleggerito dalle immagini e con solo i titoli, destinato ai telefoni cellulari e ai palmari.
In Europa invece troviamo il "Times" di Londra, il più prestigioso giornale britannico, che ha formato tabloid, simile a “Repubblica”, molta pubblicità, e tanti spazi riservati ai commenti, alle ultime notizie di sport e d’economia, corredate da foto.
Sulla stessa impostazione il francese "Le Monde": pubblicità interattiva, poco testo, molte immagini e, questa è una pecca, poca ipertestualità.
Manca d’ipertestualità (e di approfondimenti) pure "Faz.net", sito tedesco dall’impostazione tradizionalista che risulta però scarsamente funzionale.
Al contrario il "Guardian", originario di Manchester ma ora con sede a Londra, utilizza pochissime immagini per dare risalto, come il “New York Times”, alle parole, e come lui ha rimandi storici delle notizie principali. E’ molto accessibile e navigabile.

giovedì 14 maggio 2009

LA PUBBLICITA' NON RENDE? CI PENSA MURDOCH

foto di copertina con Murdoch

In tutto il mondo i giornali sono preda di una grave crisi di settore, dovuta al crollo della pubblicità ed alla drasti­ca contrazione delle ven­dite, che costringe moltissime testate a do­lorose ristrutturazioni. Ne­gli Usa il qua­dro è drammatico anche per i giornali storici: il “Rocky Moun­tain News” di Denver ha chiuso, il “Chicago Tribune” è in amministrazio­ne fallimentare, il “Seattle Post” e il “Christian Science Monitor” hanno abolito l’edizione cartacea ed esisto­no solo in rete, mentre il glorioso “Boston Globe” ha scongiurato per ora la chiusura so­lo grazie a un pro­gramma di tagli per 10 milioni di dollari concorda­to con il sindacato. Risulta evidente che gli introiti pubblicitari, da soli, non bastano a risollevare queste problematiche situazioni economiche, ma Rupert Murdoch, il magnate australiano capo di News Corporation e proprietario del “Times” di Londra e del “New York Post”, sembra avere chiara la soluzione: trovare altri elementi di business trasformando la free press di Internet in giornali a pagamento.
L’esperienza del "Wall Street Journal", il quotidiano finanziario che Murdoch ha ac­quistato nel 2007 e che si può leg­gere completamente online so­lo tramite abbonamento, è risultata molto positiva e può essere integrata con altri servizi dedicati. L’informazione a pagamento sarà più curata, più documentata e fatta da professionalità specializzate. In questo modo sarà anche possibile sfruttare maggiormente i cosiddetti “lettori mobili”, ovvero coloro che usano il BlackBerry o il cellulare per informarsi.
In Italia, uno dei pochi giornali ad offrire già servizi dedicati one to one o one to service è "Il Sole 24 Ore". “Il Sole 24 Ore” gestisce anche “Italia News”, consorzio di testate di cui cura la pubblicità: questo ha un sottosito di tipo federale, cioè aggiornato da più testate locali, che comunque, pur partecipando, mantengono il proprio normale sito d’appartenenza. Viene realizzato da un server che riporta le notizie locali più lette, le seleziona e le trasferisce nel contenitore nazionale per pubblicarle. Non c’è mediazione giornalistica, si tratta di una costruzione statistica fatta tramite appositi aggregatori, che però permette alle testate di risparmiare costi e persone, e permette all’utente di leggere un po’ di tutto senza doversi spostare da una pagina web all’altra. Se fosse trasformato in abbonamento sarebbe un altro metodo di guadagno.

Le possibilità e le idee sono molteplici, la sfida sarà ora quella di produrre contenuti informativi di alto livello, sui quali poter chiedere un compenso per il consumo, e di trovare utenti disposti a pagare per usufruirne.

martedì 12 maggio 2009

LA QUALITA' DEI GIORNALI ONLINE

occhio ai giornali!

Oggi nei giornali, soprattutto in quelli online, c’è molto più colore, ed il colore non è dato soltanto dalle innovazioni nel campo della grafica, ma anche dalle immagini. A differenza del cartaceo è possibile trovare sul web molte gallerie fotografiche, utilissime e di grande impatto, che si riferiscono alle notizie trattate. Le foto sono una chiave di lettura molto potente e non hanno i problemi che invece possono avere i video (come il tempo di caricamento, o la scarsa qualità della visione); l’unico limite è che la delega all’immagine e alla multimedialità in genere tende a far spendere meno lavoro sul testo, che dovrebbe essere invece il vero succo del giornale. In Italia i testi delle testate online sono ancora molto sommari e assomigliano più a dei riassunti del cartaceo che ad autonomi articoli. Questo perché:
- nelle homepage c’è pochissimo testo per dare visibilità a tutti i titoli ed i takes d’ultima ora;
- i giornalisti hanno poco tempo per scrivere;
- la lettura sul web è più veloce e meno profonda di un giornale normale, poiché lo schermo risulta più scomodo, da guardare e da seguire, della pagina stampata. Al contrario, la lettura su carta è più profonda ma meno raggiungibile (bisogna arrivare all’edicola) ed aggiornata;
- i giornalisti del web hanno tipi di contratti diversi dai colleghi del cartaceo, spesso vengono pagati meno, sono meno riconosciuti e non sempre ci sono redazioni apposite per la versione online, ma solo collaboratori che inviano pezzi dalle varie città in cui si trovano;
- sul web conta quasi più che saper scrivere bene saper usare il linguaggio facendolo interagire con la multimedialità. La parola scritta perde il suo ruolo di primo piano;
- spesso una foto riesce a comunicare più delle parole anche perché i titoli online non hanno occhiello ed assomigliano a quelli delle agenzie stampa, hanno poco spazio a disposizione e sono composti da pochissime, telegrafiche, parole, che non consentono di capire immediatamente il contenuto dell’articolo. La scrittura stessa nel suo insieme è subordinata allo scarso spazio della homepage;
- gli articoli, essendo brevi per mancanza di tempo e per necessità d’aggiornamento, presuppongono molte volte che si conosca già “l’antefatto” di un evento, in maniera molto maggiore del cartaceo.

Insomma, diventa difficile parlare di un giornalismo online italiano di massima qualità, perché in genere c’è attenzione soprattutto per la quantità di notizie pubblicate, ed il nome della testata, famosa in edicola, nasconde scarsa qualità interna, che rimane maggiormente legata al cartaceo. Il portale Yahoo è, per esempio, un sito impeccabile dal punto di vista delle notizie fornite, ma gli utenti non lo usano per questa funzione poiché il suo nome non è legato ad un giornale.
Per il momento, sembra più ragionevole affidarsi alle agenzie stampa, che rappresentano una fonte d’informazione diretta da cui i giornali online spesso si limitano a copiare ed incollare le loro news.

ISTITUZIONI SUL WEB

palazzo Chigi

I siti web delle istituzioni, pur occupandosi di comunicazione interna e indipendente (danno notizie su se stessi), hanno un gran seguito di utenti perché rappresentano una fonte d’informazione diretta ed attendibile. Quelli più importanti e visitati sono soprattutto i siti web dei Governi dei vari Paesi.
Il sito del Governo Italiano ha più di un milione di utenti ed presenta un’impostazione tradizionale, statica, nel totale rispetto delle regole di accessibilità e di usabilità. Anche quello spagnolo è molto serio e rigoroso, ha un fortissimo senso istituzionale con copertura di tutti gli elementi economici e politici. Il sito del governo inglese è invece molto più immediato ed ha una grafica simile a quella di un blog. Quello francese è addirittura esagerato nella sua grafica coloratissima, il volto del premier Sarkozy in primo piano e, sul fondo, sezioni che richiamano le televendite.
Nella gestione di questi portali lavora un team di persone spesso molto ampio. Ciò perché, da un lato, un sito di questo tipo, essendo legato ad alla pubblica amministrazione, può disporre di più fondi di un privato da dedicarvi, e dall’altro lato perché il web (e quindi la visibilità sul web) rappresenta un ottimo, potenziale, raccoglitore di consensi. Se infatti il grado di fruibilità e di aggiornamento sono alti e frequenti l’utente si sentirà soddisfatto e non sarà incoraggiato a trovare altre fonti sullo stesso argomento, “accontentandosi” di quelle, sicuramente favorevoli per l’istituzione in questione, che ha già letto.
Di contro, i difetti più visibili sono la scarsa innovazione, quasi contro natura e contro tradizione, ed il fatto che spesso il sito è influenzato e rispecchia il leader politico del momento.

Al di fuori dell’ambito governativo, un ottimo esempio di sito istituzionale è quello della nostra Protezione Civile: molto immediato, dinamico, vivace e piacevole, tiene sempre al corrente il proprio utente degli interventi effettuati sul territorio nazionale.

mercoledì 6 maggio 2009

Agenzie stampa 2 - pubblicità

pubblicità
Dopo aver brevemente esaminato le agenzie stampa italiane è possibile fra un’analisi anche di alcune agenzie straniere.
LUSA è una delle maggiori agenzie portoghesi, e presenta una grafica semplice ma funzionale, con il menù principale sulla sinistra e il centro della home page dedicato alle ultime notizie, con sotto altri takes suddivisi in categorie. Non ci sono immagini e, molto apprezzabile, nemmeno pubblicità nelle finestre principali. Buona anche EFE, agenzia spagnola con notizia del giorno in primo piano, seguita dai takes e da una interessante rubrica di “foto impacto”, mentre la parte destra dello schermo resta riservata a pubblicità e agli abbonati. E’ inoltre possibile leggere le new in inglese, catalano e portoghese.
APA, austriaca, ha un’impostazione molto “finanziaria”, sul tipo del quotidiano economico, ma utilizza bene i colori per separare le varie sezioni in modo ordinato, anche se poco fantasioso.
Pochi fronzoli anche per l’inglese Reuters, che presenta a sinistra le sezioni e al centro mette in primo piano i lanci delle ultime notizie, lasciando più in basso news minori corredate da foto, sondaggi, newsletter e dati di borsa.
Molto più multimediale e colorata la pagina della sua collega, sempre spagnola, ESTADO, che presenta i takes di ultima ora, ma anche molti servizi aggiunti e grafici superflui che rendono meno visibili le notizie, se non entrando nelle categorie. Insoddisfacente anche la francese AFP, che presenta un solo take per dare spazio alla pubblicità e a molto colore, che mettono in secondo piano le notizie, leggibili solo all’interno delle sezioni. Abbastanza spoglia, al contrario, la tedesca DPA, che presenta comunque pubblicità multimediale in primo piano e rilega in secondo piano i takes.
Fuori Europa troviamo The Canadian Press, dalla home breve, con, di nuovo, pubblicità in primo piano e una grafica che ricorda un sito di telefonia mobile. Sono presenti soltanto i lanci delle ultime notizie, senza testo esplicativo.
Insomma, bene e male risiedono nelle agenzie straniere come in quelle italiane. Insieme a tanti, fastidiosi, spot.

martedì 5 maggio 2009

Agenzie stampa: analisi preliminare

breaking news
Le agenzie stampa sono la fonte primaria, ed un importante strumento di lavoro, per i giornalisti. Non solo, da quando sono presenti sul web e visibili a tutti, anche i normali utenti se ne servono per ricevere notizie in tempo reale o aggiornamenti degli ultimi eventi. Ma quali sono le più accessibili? Quali rispondono meglio alle esigenze dei lettori (specializzati o meno)? Ecco uno sguardo d’insieme sulle home page di alcune delle maggiori agenzie italiane.

Il sito internet dell’ANSA ha un’impostazione simile a quella di un quotidiano on-line, e appare molto ricco ma anche piuttosto caotico. Nel primo menù orizzontale si trovano le anticipazioni, subito sotto le varie categorie di notizie, e a fianco fotografie, pezzi di primo piano, dati meteo e di borsa, approfondimenti. Sullo stesso tono è ASCA, con un primo menù orizzontale ed un affanno di sezioni intabellate in sgargianti colori: breaking news, copertina, borsa, focus, newsletter e news mail. Il tutto infarcito da annunci pubblicitari animati. Queste due home page appaiono graficamente gradevoli e accattivanti, ma all’utente occorre tempo per orientarsi e trovare la notizia che interessa.
Più più semplici le scelte del Velino e di Apcom. Il Velino ha un menù orizzontale in alto per le categorie e, sotto, si occupa delle maggiori notizie del giorno affiancandovi foto e lasciando i take minori a fianco. Apcom si serve di brevi sigle per le varie sezioni di notizie (pol, cro, eco, est, spe, spo) e mette in risalto il titolo maggiore con un'immagine in primo piano, per poi proseguire più in basso con i take, mentre sul lato destro della home page mette in evidenza alcune news, anche di politica estera, e temi caldi.
Sulla stessa linea anche AGI, il cui sito è più spartano ma altrettanto utile, soprattutto perché mette i lanci d’agenzia subito sulla colonna di sinistra, senza foto a confondere la traiettoria visiva, lasciando nella parte destra dello schermo la suddivisione in sezioni.

Meglio allora puntare su buona veste grafica e ampiezza di contenuti, o preferire chiarezza espositiva e maggiore fruibilità?
In realtà, si può avere tutto. AdnKronos ne è un esempio. E’ ricchissima di informazioni e facilmente fruibile sia dai giornalisti, sia da utenti non specializzati, perché ha una home molto ordinata: presenta in posizione centrale la notizia più importante del momento, con accanto, a destra, i take di tutte le altre notizie dell’ultima ora, e nel menù a sinistra la suddivisione per argomenti. E’ quindi facile reperire in brevissimo tempo le news, e se ciò non basta più in basso si possono trovare cronaca, sezioni d’approfondimento (motori, scienze, eccetera) e un altro menù che si apre a diversi punti di vista, con le notizie più commentate e più votate.